Problemi di coppia

Quando dalla fase di innamoramento si passa a quella “di transizione” cominciano i problemi di coppia. L’eccitamento svanisce, i rapporti sessuali diminuiscono e i sentimenti si basano su una valutazione più realistica del partner. I difetti dell’altro divengono più evidenti e i due partner sembrano non viaggiare più sulla stessa strada: uno si sente meno corrisposto e la relazione si fa via via più deludente.

Ogni cosa diventa motivo di conflitto: dai modi di pensare, ai figli, al sesso, al denaro fino ai rapporti con le altre persone.
Queste crisi, quando hanno un esito sfavorevole, possono portare alla rottura del rapporto, oppure alla continuazione ma in condizioni di continuo conflitto e malessere psicologico. Molte coppie si separano perché i litigi e la critica reciproca aumentano, perché emergono difetti e caratteristiche del proprio partner di cui non si erano accorti prima.

Il rapporto diventa talmente stressante che l’unica soluzione sembra essere la separazione.

Quando uno dei due partner è sotto stress, poi, è meno disponibile ad ascoltare e negoziare, ha più necessità di aiuto e meno disponibilità ad offrirne, fatica a contrattare il soddisfacimento delle proprie esigenze e la rinuncia al soddisfacimento dei propri desideri e bisogni diventa un’ulteriore fonte di stress.

Allo stress si accompagna un maggiore livello di emotività, che in termini cognitivi può essere descritto come attivazione di idee irrazionali, distorsioni cognitive, modelli disfunzionali di elaborazione delle informazioni, con il rischio di un aumento di tensioni, conflitti e insoddisfazioni nella coppia e nella famiglia.

L’analisi del problema deve essere obiettiva e poggiare su tre punti:

I problemi non è importante (solo) prevenirli ma soprattutto saperli gestire. La coppia, in seduta, viene chiamata a svolgere dei compiti precisi per migliorare nell’ascolto, nella comunicazione e nell’analisi dei problemi. Tutto questo, solo a patto che ci sia la volontà reciproca di risolvere ogni difficoltà.