Le domande al colloquio di lavoro: come affrontarle?

Se sostenere un esame all’università sembrava un’impresa ardua, sostenere un colloquio di lavoro non è da meno.

Quante volte ti sarai trovato, la sera prima di un colloquio di lavoro, con l’ansia e l’agitazione di chi deve sostenere un esame all’università?
Così come un esame è fatto di domande, esistono domande tipiche che vengono poste durante un colloquio di lavoro. La differenza è che nel primo caso devi studiare, a volte anche imparare a memoria, mentre nel secondo non hai nulla da ripetere. Devi semplicemente essere pronto nel rispondere ed avere le caratteristiche che l’azienda ricerca.
Qualcuno ti avrà anche detto, “ti sei preparato per il colloquio?”, ma nella tua testa vagava un grande punto interrogativo.

Dopo aver letto questo articolo, ti accorgerai che affrontare un colloquio è molto più semplice di quel che sembra. Benché un colloquio sia differente dall’altro, esistono delle domande fondamentali che vengono poste frequentemente in qualsiasi colloquio di lavoro.

Quelle elencate in questo articolo sono le domande, e quindi le risposte su cui occorre che tu ti faccia trovare pronto nel rispondere.


La notizia è che una volta presa coscienza di queste domande potrai affrontare qualsiasi colloquio di lavoro ad occhi chiusi.

Proseguendo nella lettura dell’articolo le troverai suddivise per categoria, questo per aiutarti ad organizzare al meglio le tue risposte.

Le 4 categorie di domande in un colloquio di lavoro

Per quanto ne vogliamo dire, e per quante domande diverse ci possano essere nei colloqui, esistono 4 categorie principali di domande che in un colloquio di lavoro degno di questo nome non mancano mai, in qualunque parte del globo:

  • Domande sulla condizione personale: sono domande più personali, con il fine di capire chi sei, quali sono le tue competenze e quali sono le motivazioni personali, i propulsori che ti hanno spinto a contattare l’azienda.
  • Domande sulle esperienze professionali: riguardano eventuali altre esperienze avute in precedenza. Qui l’obiettivo è capire come ti sei comportato in altre aziende e se sei la persona giusta per ricoprire il ruolo nella loro azienda.
  • Domande relative a esperienze passate: sono domande che mettono un po’ sotto pressione, in quanto spingono a ricordare il perché di determinate scelte, e come si è giunti ad una determinata situazione.
  • Domande orientate al futuro: queste infine sono domande per inquadrarti professionalmente, per capire se sai guardare avanti, se hai degli obiettivi e soprattutto quanta voglia hai di raggiungerli.

Fatta questa premessa vediamole insieme!

Domande sulla condizione personale

1-Può parlarmi di lei?”


La risposta va data in modo stretto e conciso, senza divagare. Occorre distinguere la vita familiare, la formazione, le precedenti esperienze.

2-“Cosa l’ha spinta a inviarci il suo curriculum?” 


Ti svelo un segreto: questa risposta è quella che tutti i selezionatori vorrebbero sentirsi dire.
“Questa è un’opportunità che non voglio lasciarmi sfuggire, è il lavoro che ho sempre desiderato e farò di tutto per ottenerlo.”

3-“Come mai vuole lavorare con noi?”


Attenzione: non adulare in modo esagerato. Nella risposta occorre manifestare la propria stima nei confronti dell'azienda e presentare le proprie motivazioni, sincere, nei confronti di quella specifica posizione lavorativa. 


4-“Quali sono i suoi punti di forza e debolezza?” 


Per quanto riguarda i punti di forza, è bene che tu ne elenchi due o tre: tratti che piacciono in generale e inerenti al lavoro per cui ti stai proponendo (intelligenza, flessibilità, onestà, simpatia/empatia, capacità di problem solving, etc.). Per risultare credibile, dovrai dare prova di quello che stai affermando.
I punti di debolezza, invece, devono essere essere punti di forza trasformati in debolezza: “a volte pretendo troppo dalla gente, pretendo sempre il massimo dai miei collaboratori, sono abituato a standard di lavoro elevati…”.


5-“Quali hobby pratica?”


Meglio citare gli hobby che denotano dinamismo. Evita di elencarne troppi, perché altrimenti l'interlocutore potrebbe pensare che per te lo svago conti molto più del lavoro.


6-“Che cosa legge?”


Il consiglio è quello di indicare alcuni periodici e riviste vicini al settore economico dell'azienda, più una lista di libri di generi differenti. La vicinanza alla lettura è sinonimo di curiosità costante e voglia di formarsi e apprendere continuamente.


7-“Pensa di essere una persona di successo?”


Dare un bel “Sì” come risposta, significa che nella carriera ti sei posto degli obiettivi, magari alcuni già raggiunti altri no. Ma al raggiungimento di un obiettivo, ne va fissato subito un altro: è così che si sale verso il successo.

Domande sulla condizione personale

1-“Riesce a lavorare sotto pressione?”


Comincia con un esempio relativo alla posizione per la quale fai il colloquio. Dimostrati positivo, sottolineando la capacità di lavorare bene sotto pressione e probabilmente anche meglio, in quanto l’essere sotto pressione è uno stimolo in più. 


2-“Per quale lavoro si sente più pronto?”

Occorre che tu sia te stesso e ti adatti alla situazione: per convincere l’interlocutore dovrai far riferimento al posto per cui si stai tenendo il colloquio.

3-"Ha in mente una strategia per sviluppare il suo ruolo in azienda?”

Il messaggio che deve trasparire dalla risposta è il seguente: contribuisco alla crescita aziendale raggiungendo io per primo i miei obiettivi all’interno dell’azienda, permettendo così una continua crescita. Ambizioso e paziente, tutto arriverà con l’impegno e la costanza.

4-“Pensa di essere la persona giusta per questa posizione?”

Non c’è bisogno che ti dica che qui la risposta dovrebbe essere “Sì”, accompagnata dalla descrizione di esperienze precedenti in cui le tue caratteristiche personali hanno permesso di far fronte a determinate situazioni. Magari è il caso di evidenziare le capacità comunicative e relazionali, ma dipende sempre dal ruolo che dovrai ricoprire.

5-“Ha inviato il curriculum anche ad altre aziende?”

Questa domanda è particolare e potrai venirne fuori in questo modo: “ci sono aziende interessanti, ma al momento mi interessa particolarmente il ruolo di cui stiamo parlando in questo momento.”

6-“Sarebbe in grado di dirigere un'équipe?”

Anche qui la domanda è particolare perché potrebbe essere un trabocchetto; occorre citare precedenti esperienze di lavoro di squadra con risultato positivo, e la tua eventuale attitudine a lavorare con gli altri.

7-“Preferisce il lavoro individuale o quello di gruppo?”

Entrambi gli orientamenti sono necessari: lavorare da soli a volte è utile per riflettere, fare delle scelte, risolvere dei problemi; lavorare in gruppo invece è indispensabile per analizzare i risultati ottenuti, valutare progetti e capire come poter migliorare.

8-“Preferisce il lavoro individuale o quello di gruppo?”

Ovviamente se sei giovane, al primo impiego, la poca esperienza è evidente: quindi non negare.
La scarsa esperienza però va compensata con l’entusiasmo, la voglia di fare e di imparare.
Occorre dichiararsi disponibili ad imparare dai proprio colleghi, e ad apprendere da tutto ciò che può aiutare ad essere operativi nel più breve tempo possibile.

Domande relative a esperienze passate

1-“Cosa l’ha spinta a scegliere il corso di studi da lei intrapreso?”

Questa domanda serve all’intervistatore a valutare se alla base della scelta c’è stata una reale motivazione e quindi ambizione, oppure no. La risposta ovviamente è che la scelta è stata fatta in modo preciso e con un obiettivo futuro. Mai rispondere che si è stati costretti da situazioni o circostanze varie.

2-“Come mai è stato licenziato da questa azienda?” oppure “come mai ha impiegato tutto questo tempo per laurearsi?”

Se il selezionatore è davvero interessato e ha studiato nei minimi dettagli il curriculum non si sarà fatto sfuggire niente. Qui, con pazienza e tranquillità, dovrai spiegare le varie cause che ti hanno portato a eventuali ritardi o in caso di licenziamento cosa ha spinto l’azienda precedente a giungere alla decisione di concludere il rapporto con te. Senza ricorrere a stratagemmi per sviare dalla domanda, in questo caso dovrai assumerti le tue responsabilità e dimostrarti sincero.

3-“Come si è trovato nell’ultima posizione ricoperta?”

Questa domanda è un evidente tranello: quindi evita, soprattutto se si è concluso negativamente il vecchio rapporto di lavoro, di fare pettegolezzi o esprimere rabbia e risentimento nei confronti della vecchia azienda. Fai piuttosto un bilancio positivo, sottolineando la crescita professionale e umana che hai raggiunto nella precedente posizione.

4-“Qual è stato il suo apporto professionale nell'ambito della sua ultima posizione ricoperta?”

Questa risposta è importante, in quanto serve a capire il livello di miglioramento che, nel caso di assunzione, potresti apportare nella loro azienda. Quindi qui è utile usare un linguaggio tecnico e professionale, illustrando come veniva svolta la precedente mansione e quali obiettivi sono stati raggiunti grazie al tuo lavoro. 
Dovrai comunicare dei resoconti chiari e reali di quanto raggiunto, parlando anche di numeri, se lo riterrai necessario.

Domande orientate al futuro

1-“Riesce a vedersi tra 3-5-10 anni?”

Questa di domanda serve per capire se sei consapevole di quello che vuoi fare. Assicura l’intervistatore del fatto che il ruolo che andrai a ricoprire è quello che vuoi davvero; dimostrerai così che hai intenzione di prendere un impegno nel lungo periodo.

2-“Cosa si aspetta a livello economico?”

Tutti vorrebbero avere un ottimo stipendio, ma occorre essere consapevoli dello standard retributivo aziendale. Per questo sarà meglio che cerchi più informazioni a riguardo prima di fare la tua proposta.

3-“Ha intenzione di continuare con la formazione?”

Ovviamente si. Ogni settore è in continua evoluzione, quindi non formarti significherebbe restare indietro. Se non ci sarà la possibilità di seguire dei corsi specifici, potrai sempre tenerti informato leggendo riviste e libri di settore, partecipando a seminari o incontri di aggiornamento.

4-“Cosa l’ha spinta al cambiamento?”

La ricerca continua di stimoli, responsabilità e la necessità di avere nuovi obiettivi da raggiungere: queste sono le risposte che un selezionatore vorrebbe ascoltare. 
La voglia di crescere professionalmente è la spinta principale al cambiamento.

5-“Sarebbe pronto ad un eventuale trasferimento?”

Spesso, questa domanda ha l’obiettivo di far comprendere al selezionatore la reale motivazione di chi ha di fronte. In questo caso potrai rispondere che la motivazione e la voglia ci sono, compatibilmente con l’interesse che hai nei confronti di quella posizione.

6-“Desidera aggiungere altro?”

La risposta è si. Questo è il momento giusto per inserire eventuali informazioni che riguardano il tuo profilo professionale; qualcosa che magari non è emerso dalle domande fatte in precedenza. Puoi sottolineare ancora una volta le aspettative, gli obiettivi e chiedere ulteriori notizie sul nuovo posto di lavoro e sul settore di in cui opera l’azienda, sempreché tu non dovresti già conoscerle.
In questo modo, il colloquio si concluderà alla grande.

Le altre prove da superare

Alla fine del colloquio, potrebbe esserci una seconda prova da sostenere, ovvero una prova di gruppo.

Se l’azienda è alla ricerca di un leader, una persona che dovrà assumersi delle responsabilità, guidare un gruppo o gestire più risorse, il selezionatore non valuterà solo le competenze tecniche, ma anche e soprattutto quelle caratteriali indispensabili per svolgere quel ruolo.


Quindi se durante la prova di gruppo vengono fatte delle domande o si viene messi alla prova, mostrati intraprendente, positivo, trova soluzioni nel minor tempo possibile e fatti seguire dagli altri.

Se riesci a tenere alta l’attenzione del gruppo, e a far si che loro ti seguano in quel che fai o dici, sarai sicuramente uno scalino più in alto.



Il selezionatore non considererà tanto la soluzione del problema, quanto l’approccio avuto, la modalità di analisi del problema e le dinamiche relazionali di gruppo.

Conclusioni

Se sei una persona che ha davvero queste caratteristiche, non tarderai ad emergere.
Essere te stesso ti premierà, sempre.

Dunque, un po’di furbizia non guasta, ma ti consiglio di non rinunciare mai alla tua personalità pur di conquistare un ruolo, per due ragioni: la prima, è che, con il tempo, tutti i nodi verranno al pettine. La seconda fa riferimento alla tua personale gratificazione: solo se sei stato te stesso e avrai ottenuto il lavoro per quello che sei beh… Solo allora potrai ritenerti soddisfatto e completamente gratificato.

Ricorda che puoi essere felice mentre lavori, se il lavoro è quello che desideri e se sei riuscito a rimanere te stesso. Quello che divide la tua persona dalla figura professionale lo apprenderai passo dopo passo con impegno, dedizione, studio e aggiornamento costanti. 



Se sei predisposto al miglioramento, non potrai che avere una carriera lunga, proficua e duratura.

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